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setup su ponte Fender Jazzmaster/Jaguar


ponte tremolo Fender Jazzmaster/Jaguar




si consiglia di seguire la procedura in questo ordine (cliccare sulla voce desiderata per accederci):

cambio corde
truss-rod/curvatura manico
action
intonazione
assetto pickups
accordatura/check finale



cambio corde

attrezzi
- tronchesini
- accordatore
- avvolgi-corda (facoltativo)

la prima cosa da fare sempre nel caso avessimo acquistato una chitarra, nuova o usata, è cambiare le corde, anche se sembrano nuove. le corde che troviamo su una chitarra usata non sono affidabili e non suoneranno mai come fossero nuove. questo vale anche per le chitarre nuove, in quanto le corde montate di fabbrica, per ovvie ragioni di taglio sui costi, sono sempre di scarsa qualità e sono installate su una chitarra rimasta in vetrina per mesi, se non per anni, e provate da tante mani sudaticce. inoltre sono concepite appositamente per rimanere sempre lucide senza accumulare patine di ossido. in pratica sembrano nuove ma sono marce. quindi, nuova o usata, cambiamo le corde, in fondo 7 o 8 euro non sono poi la fine del mondo.

il montaggio delle corde è sempre una cosa un po' personale, ci sono vari metodi per avvolgere e annodare la corda intorno al perno, ognuno ha il suo. c'è chi si sbizzarrisce in improbabili (e spesso inutili) nodi in stile marinaro, oppure c'è chi non taglia la corda, ma la avvolge tutta intorno al perno, con risultati a mio parere piuttosto discutibili, oltre che esteticamente inaccettabili.
non solo, ma ognuno può scegliere quanti giri far compiere alla corda intorno al perno. c'è chi sostiene che meno è meglio, in quanto la corda ha meno probabilità di subire slittamenti intorno al perno, e c'è chi sostiene l'esatto contrario, ovvero: più giri = più stabilità. io cerco di stare sulla via di mezzo, nè troppi nè troppo pochi. comunque vediamo come cambiare le corde su ponte Fender Jazzmaster/Jaguar...


1
sdraiamo la chitarra su un piano, a faccia in sù, con un rialzo sotto il manico in modo che stia sollevato. non appoggiamo la paletta, ma il manico in prossimità del capotasto. sarà tutto molto più naturale se teniamo il corpo a destra e il manico a sinistra.


2
scordiamo del tutto la prima corda che scegliamo di cambiare (consiglierei di partire dal Mi basso). se necessario, coi tronchesini tagliamola in un punto a scelta ed estraiamo la corda dal perno della meccanica e dal ponte.


3
prendiamo la corda nuova e infiliamola nel foro sul lato posteriore del ponte, lo stesso foro dal quale abbiamo estratto la porzione di corda usata...


...e tagliamo la corda a circa 5-6 cm aldilà del perno della meccanica in cui andrà infilata, saltiamo circa 3 meccaniche.


4
infiliamo la corda nel foro in testa al perno, fino a farla toccare in fondo, e diamole una bella piega decisa lungo il taglio...



ora teniamola tesa, mentre con l'altra mano (e possibilmente un avvolgi-corda) iniziamo a girare la relativa meccanica...


man mano che giriamo la meccanica, dobbiamo avvolgere la corda verso il basso, 2 o 3 giri massimo, belli puliti, senza sovrapposizioni o nodi.

evitiamo nodi marinari e avvinghiamenti selvaggi della corda sul perno.

se la corda arriva a fine perno e inizia a sovrapporsi a sè stessa, significa che è troppo lunga: dobbiamo evitare le sovrapposizioni. quindi, scordiamo la corda del tutto, tagliamone circa 1.5cm e ripetiamo come prima.

ripetiamo per tutte le corde e accordiamo il tutto. poi lasciamo il manico stabilizzarsi qualche minuto, dopodichè ricontrolliamo ed eventualmente ritocchiamo l'accordatura.





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truss-rod/curvatura manico

attrezzi
- chiave a brugola o a pipa (misura variabile)

il truss-rod (non truss-road!) è l'elemento fondamentale per un buon setup. pochi sanno cos'è e a cosa serve, vediamolo insieme:
il truss-rod (truss = trave; rod = barra) è una barra di acciaio che corre assialmente all'interno del manico per quasi tutta la sua lunghezza, lo rinforza e soprattutto ne regola la curvatura. la curvatura del manico è assolutamente fondamentale per ottenere un buon setup. è importante che il manico sia perfettamente dritto per una ottima action (anche se in alcuni casi è necessaria una lievissima curvatura).
il truss-rod va regolato quando il manico, causa umidità e temperatura critiche, raggiunge una curvatura eccessiva, che sia essa in avanti (up-bow) o indietro (back-bow).




a seconda del tipo di curvatura che il nostro manico presenta, il truss-rod agisce su di essa tirando o rilasciando il manico. esso va regolato tramite un bullone che troviamo, nel caso della Fender Jazzmaster/Jaguar in questione, all'inizio del manico, dalla parte del corpo. vediamo come stabilire se il manico è dritto o curvo:

1
con la sinistra premiamo il Mi Basso al primo tasto e col pollice destro premiamo sui tasti in zona attaccatura manico (16°-18°, vedi foto sotto). così facendo, la corda agirà come una riga dritta alla quale comparare la curvatura del manico.


 

2
fatto ciò, aguzziamo la vista e guardiamo quanto spazio intercorre tra la corda (meglio: il "sotto" della corda) e la sommità dei tasti di metallo (o capotasti) nella zona centrale della tastiera, diciamo circa all'altezza del 10mo tasto. aiutiamoci con il dito medio destro, come in foto sopra: se tra corda e tasto di metallo corre meno di 1mm (meno dello spessore di una carta di credito) allora il nostro manico è perfetto e possiamo saltare direttamente al paragrafo "action"; se invece tra corda e tasto corre 1mm o più, il nostro manico è un po' troppo curvo verso l'alto (up-bow). oppure, se la corda dovesse fare contatto su tutti i tasti, dal primo all'ultimo, allora il nostro manico è troppo curvato verso il basso (back-bow). in questi casi proseguiamo al punto 3.

3
su Fender Jazzmaster/Jaguar, il truss-rod si trova dalla parte dove il manico incontra il body. in questo caso siamo costretti a scordare le corde, svitare le quattro viti di fissaggio del manico, smontare il manico o almeno angolarlo opportunamente, regolare il truss-rod, riavvitare il manico, ri-accordare e provare.

truss-rod su Fender Jazzmaster/Jaguar...





> attenzione: le regolazioni che seguono vanno considerate come se il truss-rod (il bullone) puntasse verso di noi! <



in caso di up-bow prendiamo una chiave a brugola della misura giusta (solitamente 3mm), infiliamola nel foro del truss-rod e diamo un sesto di giro in senso orario. nel caso di back-bow invece diamo un sesto di giro in senso anti-orario. ovviamente il sesto di giro non deve essere preso col goniometro, si va a occhio. mi si chiede spesso qual èè il senso orario o anti-orario (ebbene sì), e allora ecco uno schema che penso sia piuttosto chiaro:


regolazione in senso orario.



regolazione in senso anti-orario.



4
dopo aver lasciato il manico assestarsi qualche secondo, controlliamo di nuovo la curvatura: se il sesto di giro non è bastato, diamone un altro sesto, o un dodicesimo (equivale ai 5 minuti nel quadrante dell'orologio). dopodichè lasciamolo ri-assestarsi per qualche minuto. una volta raggiunta la curvatura perfetta del manico, passiamo al settaggio dell'action.





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action

attrezzi
- chiave a brugola (solitamente 1.5mm)

l'action è l'altezza delle corde rispetto alla tastiera, più precisamente, la distanza che intercorre tra il "sotto" della corda e la sommità dei tasti di metallo (o capotasti), generalmente misurata al 12° tasto.



è importantissimo sapere regolare l'action, perché una action troppo alta può farci odiare lo strumento a prescindere da tutto il resto.
l'action è una cosa totalmente personale, c'è chi la preferisce alta, chi bassa, non c'è una soluzione migliore dell'altra. ovviamente ognuna ha i suoi pro e i suoi contro, vediamone alcuni:


action alta
pro: tono più grosso, sustain più lungo, maggiore attacco e dinamica
contro: corde dure, bending e intonazione imprecisi

action bassa
pro: corde tenere, bending e intonazione precisi
contro: tono più sottile, sustain più corto, minore attacco e dinamica


come vediamo, le due scelte hanno pro e contro perfettamente simmetrici. teniamo a mente che misureremo l'action al 12° tasto. per settare l'action su ponte tipo Fender Jazzmaster/Jaguar si può agire sia sull'altezza di ogni singola selletta (meglio sfruttare tale regolazione solo per definire l'arco delle sellette), sia sull'altezza dell'intero ponte, tramite chiavi a brugola sui due fori sulla piastra-base del ponte, uno sul lato dei bassi, l'altro sul lato dei cantini. in fondo a ciascuno di questi fori, c'è una vite che, tramite invito a brugola, si può avvitare o svitare. avvitando la vite, il ponte si alza. svitando la vite, il ponte si abbassa.

una delle viti che regolano l'altezza del ponte
tramite chiave a brugola da 1.5mm


vediamo come regolare l'altezza del ponte:


1
posto che il manico sia dritto, ora proviamo la chitarra e stabiliamo se l'action è troppo alta o troppo bassa per noi. dobbiamo considerare che mediamente una action inferiore ai 2mm sul Mi Basso e inferiore a 1.5mm al Mi Cantino è pericolosa, nel senso che le corde rischiano di frustare contro i tasti.
se l'action è troppo alta, prendiamo una chiave a brugola da 1.5mm o giù di lì, infiliamola nel foro (lato-bassi o lato-alti) sulla piastra-base del ponte, proprio di fianco alle sellette esterne e diamo mezzo giro in senso anti-orario.

senso anti-orario per abbassare il ponte (l'action)
senso orario per alzare il ponte


ri-accordiamo e riproviamo la chitarra. se il mezzo giro non dovesse bastare, ripetiamo fino quando l'action ci soddisfa. mi raccomando: le corde non devono frustare, quindi non esageriamo. se l'action invece è troppo bassa, procediamo al contrario (mezzo giro alla volta in senso orario). coi termini "friggere" o "frustare" si intende il rumore metallico "zanzaroso" e nasale, tipo "zzziiinnng", che la corda provoca se nel vibrare tocca uno o più tasti. bastano veramente poche frazioni di millimetro per far friggere/frustare una corda. partiamo sempre dal Mi basso, per poi passare al punto 2.

2
una volta trovata l'action preferita, cerchiamo di imporre all'arco formato delle sellette una curvatura il più possibile simile alla bombatura della tastiera. per ottenere un setup perfetto, bisognerebbe, oltre ad avere le sellette arcuate come la tastiera, anche far sì che mano a mano che si va verso i cantini, l'action èsia sempre più bassa. in pratica avremo le sellette arcuate come la tastiera, ma più basse sulle acute. lo schema qui sotto rappresenta il manico visto in sezione, con le corde. è visibilmente esagerato per essere più chiaro:



corde ad arco dritto: evitare!




corde a zig-zag: evitare!




corde ad arco corretto: ok!



per regolare l'altezza delle sellette su ponte Jazzmaster/Jaguar, si usa una chiave a brugola da 1.5mm e si agisce sulle due viti a poste sul dorso della selletta:

come sempre, senso orario per alzare la selletta (l'action), e senso anti-orario per abbassare la selletta.



cerchiamo anche di tenere ogni selletta orizzontale rispetto al top della chitarra, per garantire a ciascuna di esse un perfetto appoggio distribuito simmetricamente su entrambi i lati.
il mio consiglio, per chi cerca una action bassa, è quello di partire con la selletta molto bassa, con la corda che frusta sui tasti, e mano a mano alzarla di pochissimo fino quando la corda smette di frustare. diciamo che una buona action medio-bassa dovrebbe aggirarsi sui 2.5mm al Mi Basso, e 2.0mm al Mi Cantino, al 12° tasto. le misure sono da considerarsi puramente indicative, non seguiamole mai alla lettera. poi tutto dipende da che tipo di tasti abbiamo e da quanto (e come) sono usurati, nel caso di una chitarra usata.

ora, riproviamo la chitarra lungo tutto il manico e su tutte le corde, suoniamo note singole e lunghe col plettro con decisione, ma anche accordi in tutte le posizioni. se l'action ci soddisfa e le corde non friggono in nessun tasto, allora passiamo al settaggio dell'intonazione.





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intonazione

attrezzi
- cacciavite medio-piccolo a croce
- accordatore
- avvolgi-corda (facoltativo)


> NB: è obbligatorio regolare l'intonazione solamente dopo aver ottenuto il corretto assetto del ponte e l'action desiderata <


da non confondere con "accordatura", l'intonazione, o anche "ottavatura", se ben settata, ci permette di suonare sempre accordati in qualsiasi posizione della tastiera. ogni corda, per suonare accordata lungo tutta la tastiera, necessita di una sua lunghezza precisa e diversa dalle altre corde. ciò è dovuto alla differenza di spessore tra le corde. nella fattispecie, più la corda è grossa, più deve essere lunga per suonare intonata lungo tutta la tastiera. si tratta comunque di pochi millimetri di differenza. ecco perché tutti i ponti (tranne sulle acustiche e sulle classiche), hanno una selletta individuale per ciascuna corda. per variare la lunghezza delle corde, si deve agire sulla posizione di ogni singola selletta. sul ponte Fender Jazzmaster/Jaguar, per regolare la posizione della selletta dobbiamo agire sulla vite posta sul bordo posteriore del ponte, sulla quale la selletta scorre:

svitare per muovere la selletta in avanti.
avvitare per muovere la selletta indietro.


ecco come regolare le sellette:

accordiamo la chitarra, poi partiamo dal Mi basso (o comunque la prima corda grossa) e controlliamo l'intonazione suonandolo un'ottava sopra. se la nota letta dall'accordatore è crescente rispetto alla nota della corda suonata a vuoto, la selletta va spostata indietro, più lontana dal manico; al contrario, se la nota è calante, la selletta va spostata in avanti, verso il manico. in sintesi:


nota crescente > selletta indietro
nota calante > selletta avanti



sul "quanto" spostare avanti o indietro le sellette, si va a occhio, comunque consiglierei non più di 2mm alla volta. per evitare perdite di tempo e di pazienza, consiglio di intonare una corda (per esempio, il Mi Basso) e, partendo dalla posizione corretta di questa selletta, posizionare le altre seguendo la disposizione come nella foto qui sotto:



ovvero, partendo dal Mi basso, la prima selletta a sinistra, settato tutto indietro, procediamo con le rimanenti, settandole man mano più avanti, di poco, circa 1mm o 1.5mm max di dislivello dalla precedente. poi la quarta selletta (Sol), la settiamo pari alla seconda (La), e ricominciamo come prima. ci troveremo con due gruppi di tre sellette ciascuno, a scalare: il primo, delle corde grosse, e il secondo, delle corde sottili, settato un passo indietro rispetto alla selletta del Re. ogni gruppo di sellette comunque mantiene lo stesso pattern, cioè le sellette scalano man mano più vicino al manico. ciò facilita e velocizza molto la procedura. ora riaccordiamo e controlliamo l'intonazione. teniamo presente che la perfezione assoluta non è raggiungibile, la chitarra è legno che si muove, si ritira e si rilascia con l'umidità, con dei tasti incastonati i quali hanno una superficie curva che con l'usura perde l'arco perfetto e il punto esatto di contatto con la corda, inoltre le nostre dita non possono esercitare la stessa identica pressione tutte le volte, e basta pochissimo per variare la lettura dell'accordatura. quindi non è possibile ottenere un'intonazione assolutamente perfetta su tutti i tasti. cerchiamo di essere un po' elastici, anche perché l'orecchio ha diversi limiti rispetto all'accordatore, e certe imperfezioni non le coglie. a sua volta però l'accordatore non è in grado di sentire la naturalezza e la rotondità dell'accordatura imperfetta, quindi sta a noi decidere se tenere un'accordatura pressochè perfetta, oppure arrotondata per il nostro orecchio.

un trucchetto che uso sempre è quello di suonare classici bicordi o tricordi "metal" sulle corde basse, con suono distorto, nella zona centrale del manico e anche sulla seconda ottava. se il bicordo ha quel mordente, quel ringhio tipico che deve avere allora siamo intonati (almeno le corde basse). se il bicordo non ha il ringhio, ma al contrario, è dissonante, cerchiamo di capire quale delle due corde (appunto del bicordo) deve essere tirata o mollata, facendo più pressione su una corda o sull'altra mentre suoniamo. per esempio, se ottengo il ringhio facendo pressione sulla quinta con l'anulare, significa che la corda in cui suono la quinta deve essere tirata, cioè la selletta va spostata in avanti, oppure la selletta dell'altra corda va spostata indietro, a seconda. e così via...





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assetto pickups

attrezzi
- cacciavite a croce medio
- un buon orecchio


anche l'assetto dei pickups contribuisce a un ottimo rendimento della chitarra. un pickup non è altro che un microfono, e la distanza di esso dalle corde influisce sensibilmente sulla qualità del suono in uscita, non solo sul volume. in particolare possiamo schematizzare il tutto in due diverse scuole di pensiero:

pickup vicino alla corda
pro: volume maggiore, sustain leggermente più lungo
contro: suono pulito difficilmente ottenibile, minore definizione, vibrazione non naturale delle corde

pickup distante dalla corda
pro: suono pulito più facilmente ottenibile, maggiore definizione, vibrazione naturale delle corde
contro: volume minore, sustain leggermente più corto



detto questo, si possono stilare alcune regole generali:

a) teniamo i pickups non troppo vicini alle corde
b) settiamo i pickups sempre più bassi mano a mano che ci si avvicina al manico
c) incliniamo i pickups dal lato dei bassi o dei cantini, a seconda delle necessità


ora vediamole in dettaglio:

a) teniamo i pickups non troppo vicini alle corde
non serve tenere il pickup vicinissimo alle corde se vogliamo ottenere un suono più grosso. o meglio, può servire, ma i "contro" sono tanti e tali che si rischia di compromettere la bellezza e naturalezza del suono. per ottenere un suono più grosso possiamo optare per altre soluzioni, per esempio l'uso di corde di spessore maggiore, o l'uso corretto dell'equalizzazione dell'ampli.
per trovare la giusta altezza generale, partiamo dal pickup al ponte, settiamolo abbastanza vicino alle corde (esempio: circa 3mm di distanza), amplifichiamo la chitarra e suoniamola col suono più pulito possibile dall'amplificatore. suoniamo accordi potenti e bicordi a volume deciso: se la chitarra satura, anche solo appena percettibilimente, allontaniamo il pickup. ripetiamo l'operazione fino a quando la chitarra smette di saturare. oppure al contrario, avviciniamo il pickup fin quando inizia a saturare, a quel punto torniamo indietro di un passo. quella è la giusta distanza dalle corde. non badiamo alle misure che leggiamo nei siti delle case costruttrici: non esiste una misura precisa per alcuna chitarra e alcun pickup.


b) settiamo i pickups sempre più bassi mano a mano che ci si avvicina al manico
la corda vibra con ampiezza maggiore al suo centro, e maggiore ampiezza si traduce in maggiore volume. quindi se noi teniamo i tutti pickups alla stessa distanza, ci troveremo con il pickup al manico che esce con un volume doppio di quello del pickup al ponte. dobbiamo cercare di ottenere il massimo equilibrio di volume tra i pickups.
una volta trovata la giusta altezza del pickup al ponte, lo useremo come "guida" per gli altri, ovvero: settiamo il pickup al manico a un'altezza tale che, switchando tra questo e quello al ponte, il volume non subisca notevoli sbalzi, sia in alto che in basso. non facciamoci ingannare dalla corposità del suono del pickup al manico, dobbiamo concentrarci sul mero volume. facciamo la stessa cosa col pickup centrale (se c'è). supponendo di avere tutti i pickups di potenza simile, seguendo questo metodo ci ritroveremo quasi sicuramente con i pickups settati così:




c) incliniamo i pickups
a seconda di dove è posizionato, il pickup capta esattamente ciò che sente, quindi, per esempio, il pickup al ponte capterà un suono più definito e tagliente, quello al manico capterà un suono più caldo e pastoso. a volte questa caratteristica ha degli effetti leggermente sgradevoli in quanto troppo udibili. per esempio, il pickup al ponte potrebbe suonare troppo nasale e squillante, addirittura fastidioso. quello al manico potrebbe avere troppi bassi e risultare quindi troppo ovattato e ridondante. per ovviare a ciò, sfruttiamo la possibilità dei pickups di essere inclinati, ovvero di essere avvicinati o allontanati dal pickup solo su un lato di essi. se desideriamo più frequenze basse e meno frequenze alte sul pickup al ponte, agiamo sulle due viti (a volte tre), poste in vicinanza dei suoi lati esterni: avvitare per alzare il pickup; svitare per abbassare il pickup (nei pickups direttamente avvitati al body è il contrario). in questo caso incliniamolo in modo che sia più vicino sul lato delle corde basse, e più lontano dalle corde alte. faremo l'inverso sul pickup al manico, se desideriamo tagliare un po' di ridondanza di frequenze basse. se abbiamo un pickup centrale, generalmente potremmo lasciarlo parallelo al corpo in quanto quella posizione è il giusto compromesso tra manico e ponte. supponendo di avere tutti i pickups di potenza simile, seguendo questo metodo ci ritroveremo quasi sicuramente con i pickups settati così (guardando dal manico verso il ponte):






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accordatura/check finale>

attrezzi
- accordatore

ora che abbiamo settato il manico, l'action e l'intonazione, non rimane che accordare. prima di accordare, ricordiamoci di fare una cosa molto importante: stiriamo le corde!
accordiamo il tutto e stiriamo le corde, una per volta con decisione, ma senza esagerare e senza dare strattoni forti. infiliamo indice, medio e anulare sotto la corda, allontaniamola dalla chitarra di 2 o 3 cm, e, mantenendo tale distanza, facciamo scivolare la mano lungo tutta la corda, dal ponte al capotasto.

stirandole, le corde possono perdere diversi toni, quindi riaccordiamole e ristiriamole, e ripetiamo fin quando l'accordatura tiene. quasi mai l'accordatura tiene alla perfezione anche dopo ore di stiramento, quindi non aspettiamoci la perfezione assoluta. in ogni caso, se non facciamo questa operazione, la chitarra si scorderà dopo pochi accordi o addirittura anche un solo bending, e nonostante noi la riaccordiamo, lei si scorderà sempre, anche dopo giorni e giorni che la suoniamo. quindi è assolutamente importante stirare le corde. per un approfondimento sul discorso, clicchiamo qui.


esistono vari modi per accordare una chitarra, io ne conosco 3: accordatura a vuoto, accordatura al sesto tasto premuto e accordatura con armonici artificiali. ognuno ha le proprie abitudini e le proprie preferenze, io personalmente non prediligo quella con armonici artificiali per un motivo ben preciso: l'armonico viene generato senza premere il tasto, ed è proprio qui il punto, cioè, quando io accordo devo simulare il più possibile la posizione della corda e la pressione delle dita come quando suono normalmente. ora, se io genero un armonico al sesto tasto, non sto simulando niente di ciò che faccio quando suono, e la differenza si sente. per non parlare della pressione delle dita, che può alterare il pitch anche di un quarto o un terzo di tono, a volte, e ciò non è ammissibile.
per questo io consiglio di accordare usando l'accordatura a vuoto al capotasto. un altro metodo che aggiungo a questo, è quello di usare l'orecchio e suonare bicordi sulle corde Mi Basso, La e Re, e anche le corde a vuoto del Si e Mi Cantino: il tutto con un suono distorto. la distorsione aiuta moltissimo a intercettare frequenze irregolari e dissonanze tra le corde, e di conseguenza, le si trovano e correggono con molta facilità. ciò vale anche, e soprattutto, per l'intonazione. ricordiamoci, inoltre, di non accordare con la chitarra sdraiata, perché il manico, appoggiato in quella posizione su un supporto, subisce una certa flessione, la quale falsa l'accordatura, anche se di poco. quindi accordiamola stando in piedi con la chitarra a tracolla, o a sedere, ma sempre con la chitarra posta di lato.
ora verifichiamo l'accordatura lungo tutto il manico, facciamo diversi bending molto ampi, senza esagerare, ed eventualmente riaccordiamo.





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