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pulizia della chitarra
• pulizia veloce / refresh
• pulizia completa
• casi drammatici
materiali
- acqua non calcarea (da bottiglia o distillata)
- panni in microfibra
- olio di limone/olio extravergine di oliva
col termine "pulizia" si intende qualcosa che possa ridare lustro a una chitarra normalmente sporca e impolverata. sono quei casi in cui si ha suonato dal vivo e ci si ritrova con la chitarra "sudata", e magari la si è lasciata diversi giorni fuori dalla custodia a prendere polvere. è bene approfittare di un cambio-corde per liberare la tastiera e procedere con la pulizia. vediamo come:
tastiera in palissandro/ebano (non laccata)
nel caso di tastiera in palissandro o ebano, comunque legno non laccato, io
consiglio l'uso di olio di limone, facilmente acquistabile in mesticheria o
nei negozi di strumenti musicali. l'olio di limone deterge e ripristina il legno
non laccato. è bene darlo solo nel caso in cui sul legno sia presente
una patina di sudore o comunque di usura. se sul manico invece dovesse esservi
la cosiddetta "cricca" di sporco accumulato, passiamo al capitolo
pulizia completa. è
bene precisare che l'olio di limone non "nutre" il legno, semplicemente
lo deterge. quindi, prendiamo un panno, meglio se un vecchio calzino tubolare
rivoltato (lato spugnoso all'esterno), versiamoci un goccio di olio di limone
e passiamo il panno su tutta la tastiera, coprendo bene tutto il legno. poi con un lato
asciutto del panno asciughiamo bene. nel caso il legno fosse particolarmente
secco (colore sbiadito/schiarito/pallido) consiglio di ripetere l'operazione
impiegando del semplice olio extravergine di oliva, quello per cucinare, non
dovremo neppure uscire di casa per procurarcelo. l'extravergine di oliva nutre
il legno, lo mantiene quel minimo elastico e gli dona un colore sano, tonico
e profondo (sintomo di buona salute, dicono). c'è chi dice che il legno
non deve essere nutrito e chi dice che l'olio non penetra nel legno, chi invece
dice che l'olio penetra e nutre. io non ho una mia versione, non sono un ricercatore
del settore, però come in quasi tutto sto nel mezzo e ritengo che un
po' d'olio non nuoce, mal che vada non serve. c'è però da dire
che comunque una volta passato l'olio, il colore del legno cambia, e non perché
l'olio sia colorato o perché lascia una patina in superficie. cioè,
parrebbe proprio che esso venga assorbito, seppur in quantità modesta.
chi lo sa...? ma nel caso volessimo provare, passiamo la tastiera con panno e olio, lasciamo passare
qualche decina di secondi e asciughiamo. non lasciamo l'olio troppo tempo sul
legno, non deve assorbirne troppo, non deve diventare una spugna imbevuta.
per possessori di chitarre/bassi Rickenbacker: diversi modelli hanno tastiera
in palissandro laccato, pertanto tutto ciò sarebbe inutile: l'olio non
penetra la laccatura. in questi casi passiamo alla sezione "tastiera in
acero (laccata)".
tastiera in acero (laccata)
nel caso di tastiera laccata, quindi quasi sempre acere, non serve altro che
un panno in microfibra e qualche goccia di acqua. su queste tastiere è
quasi sempre presente uno strato di trasparente, anche se non è lucido (satinato). l'unica eccezione che io conosco sono le tastiere delle chitarre e bassi Ernie Ball Music Man, lasciate "nude", non verniciate. in questi casi seguiamo la guida per le tastiere in palissandro (non laccate).
nel caso di tastiera con sottilissimo strato di vernice trasparente
parzialmente asportato dall'usura (tipicamente Ibanez RG/JEM/PGM anni '80/'90)
evitiamo di passare l'acqua nelle zone "aperte", altrimenti essa penetra
all'interno e viene assorbita dal legno. quindi passiamo il microfibra inumidito
per staccare la cricca dallo strato trasparente, e passiamo con un microfibra
asciutto per asportarlo e asciugare il tutto. fine.
hardware
per un refresh veloce consiglio solamente l'uso di un pennello. nient'altro.
basta togliere la polvere accumulata sul ponte, per il quale viene utile il
pennello perché si insinua nelle complicate superfici di sellette, viti,
brugole, molle ecc. un po' di aria compressa (bomboletta o compressore) sarebbe
un lusso niente male. per rimuovere l'eventuale patina di sudore, usiamo un
semplice microfibra inumidito con acqua non calcarea (da bottiglia o distillata).
corpo
il corpo è quasi sempre finito con vernici poliuretaniche o in poliestere
(poli), e a volte con vernici alla nitrocellulosa (nitro). senza entrare nel
nozionismo scientifico, possiamo dire che la principale differenza alla vista
e al tatto è che la poli è quasi plastica, impenetrabile e inintaccabile,
mentre la nitro è quasi gommosa, mai completamente asciutta, suscettibile
di tutto e di difficile manutenzione. ciò significa che la poli può
essere tranquillamente lavata con acqua senza la minima preoccupazione, la nitro
invece va curata. alla vista, la poli si presenta sempre lucida (eccetto finiture
satinate), vetrosa, precisa, da lavorazione industriale. la nitro invece raramente
è lucida, se non da nuova. quasi sempre è opacizzata, come sporca
e appiccicosa, non ha un aspetto plasticoso/vetroso. per scoprire se la vernice
della nostra chitarra è poli o nitro, diamo un colpo di microfibra e
acqua su una zona opacizzata o sporca: se si lucida è poli, se rimane
opacizzata è nitro. ma prima di "lavare" il body, rimuoviamo
la mascherina o i rings (cornicette che reggono i pickups) e diamo un colpetto
di pennello o con l'aspirapolvere dentro: è incredibile la quantità
di polvere accumulata sotto i rings. ora diamo una pulita
con panno inumidito anche sui bordi del corpo che verranno nascosti dalla mascherina
o dai rings. riavvitiamo mascherina o rings, e diamoci al lavaggio del body:
corpo in poliuretano/poliestere
come detto sopra, le vernici poliuretaniche o in poliestere sono praticamente
come la plastica. qui non avremo problemi di sorta nel lavare la superficie
con acqua, quindi procuriamoci almeno due panni in microfibra, uno che useremo
per bagnare, l'altro per asciugare. col panno per bagnare, usiamo acqua possibilmente
non calcarea (da bottiglia o distillata), versiamone un goccio sul panno e laviamo
il corpo. ora che lo sporco si è staccato dalla superficie, rimuoviamolo
e asciughiamo con un microfibra asciutto. fine.
corpo in nitrocellulosa
la vernice alla nitrocellulosa è ottima per traspirabilità (lascia
uscire l'umidità dal legno, aiutandolo a stagionarsi), quanto pessima
per manutenzione. spesso, anzi sempre, la nitro si opacizza al contatto con
la pelle, e non basta passare un panno inumidito per farla tornare lucida. qui
si deve usare una crema abrasiva da carrozziere. non spaventiamoci, la nitro
è quasi la stessa vernice usata sulle automobili. possiamo trovarla in
ferramenta, cerchiamo la gradazione più fine possibile. io uso la Finesse
della 3M, se può interessare. ne versiamo una goccia su un batuffolo
di cotone e applichiamo in zone circolari sul corpo. insistiamo un minutino
poi puliamo con un batuffolo pulito. controluce dovremmo vedere una notevole
differenza rispetto alle aree circostanti, sia in brillantezza, che in lucentezza,
che in vivacità del colore. purtroppo però non durerà tanto...
materiali
- acqua non calcarea (da bottiglia o distillata)
- panni in microfibra
- mascherina protettiva
- lana d'acciaio (fine o extrafine)
- olio di limone/olio extravergine di oliva
- lucidametalli
col termine "pulizia completa" si intende qualcosa che possa ridare lustro a una chitarra molto sporca, almeno in quanto a tastiera e hardware. sono quei casi in cui la chitarra non è mai stata pulita e presenta la tipica "cricca" di sporco accumulato sulla tastiera (più che altro palissandro ed ebano), i tasti sono ricoperti dalla classica patina verdastra di ossido, ponte e meccaniche rivestiti di quello strato appiccicoso di polvere unta, o olio polveroso, quello giallastro che non si toglie con l'acqua. un brutto caso, insomma. è bene approfittare di un cambio-corde per liberare la tastiera e procedere con la pulizia. vediamo come:
tastiera in palissandro/ebano (non laccata)
nel caso di tastiera in palissandro o ebano, comunque legno non laccato, consiglio
vivamente di rimuovere prima la cricca con una paglietta di acciaio, poi oliare.
quindi, copriamo la zona del corpo adiacente la tastiera e i pickups con nastro
di carta o fogli di carta/cartoncino.
ciò impedirà al pulviscolo rilasciato dalla paglietta di
acciaio di posarsi sul corpo e di venire attratti dal magnetismo dei pickups
e attaccarcisi. diventerebbe una seccatura toglierli poi. a tal proposito condivido
un trucchetto efficace ed economico: all'interno del nostro batuffolo di lana
d'acciaio infiliamo una calamita. essa tratterrà il pulviscolo di acciaio
all'interno del batuffolo, impedendogli di volare ovunque, soprattutto all'interno
del nostro apparato respiratorio. in ogni caso mettiamoci una mascherina, prendiamo
un batuffolo di paglietta di acciaio, grana medio-fine o fine e iniziamo a grattare
via la cricca dal legno. è doveroso grattare seguendo il senso delle
corde, onde evitare di lasciare segni e graffi
trasversali, che rovinano il legno e il look:
non dimentichiamoci la cricca a ridosso dei tasti, spesso tralasciata. una volta asportata la cricca, puliamo con aspirapolvere sia la tastiera che le zone adiacenti, anche il banco di lavoro: il pulviscolo di paglietta vola ovunque. ora prendiamo due pezzetti di nastro di carta, attacchiamoli ai lati del primo tasto, e con la paglietta d'acciaio fine o extrafine e lucidiamo il tasto, ovviamente seguendo il suo senso:
ripetiamo per tutti i tasti. puliamo con aspirapolvere, togliamo
le protezioni di nastro di carta sul resto della chitarra e oliamo. per oliare
la tastiera, che sicuramente è secca e assetata, dopo anni di sudore
acido e mancato nutrimento, io consiglio del semplice olio extravergine di oliva,
quello per cucinare, non dovremo neppure uscire di casa per procurarcelo. l'extravergine
di oliva nutre il legno, lo mantiene quel minimo elastico e gli dona un colore
sano, tonico e profondo (sintomo di buona salute, dicono). c'è chi dice
che il legno non deve essere nutrito e chi dice che l'olio non penetra nel legno,
chi invece dice che l'olio penetra e nutre. io non ho una mia versione, non
sono un ricercatore del settore, però come in quasi tutto sto nel mezzo
e ritengo che un po' d'olio non nuoce, mal che vada non serve. c'è però
da dire che comunque una volta passato l'olio, il colore del legno cambia, e
non perché l'olio sia colorato o perché lascia una patina in superficie.
cioè, parrebbe proprio che esso venga assorbito, seppur in quantità
modesta. chi lo sa...? ma nel caso volessimo provare, passiamo la tastiera con
un panno o calzino tubolare rivoltato e imbevuto di un goccio d'olio, coprendo
bene tutto il legno. facciamo passare qualche decina di secondi, o anche un
minuto, poi con un lato asciutto del panno o calzino asciughiamo bene. non lasciamo
l'olio troppo tempo sul legno, non deve assorbirne troppo, non deve diventare
una spugna imbevuta.
per possessori di chitarre/bassi Rickenbacker: diversi modelli hanno tastiera
in palissandro laccato, pertanto tutto ciò sarebbe inutile: l'olio non
penetra la laccatura. in questi casi passare alla sezione tastiera
in acero (laccata).
nei casi drammatici non sarebbe male rimuovere anche l'accumulo di sporco da
sotto i tasti, nella fessura tra tasto e legno, anfratto che spesso la lana
d'acciaio non riesce a raggiungere. non immagineremmo quanto sudiciume si accumula
là sotto. per fare ciò potremmo passare delicatamente, senza premere,
la punta di una lametta, da parte a parte, come in foto:
tipico ricciolo di sporco che altrimenti rimarrebbe sulla
nostra tastiera. da farsi soprattutto in caso di chitarra
acquistata usata.
tastiera in acero (laccata)
nel caso di tastiera laccata, quindi quasi sempre acero, non serve altro che
un panno in microfibra e qualche goccia di acqua. su queste tastiere è
quasi sempre presente uno strato di trasparente, anche se non è lucido (satinato). l'unica eccezione che io conosco sono le tastiere delle chitarre e bassi Ernie Ball Music Man, lasciate "nude", non verniciate. in questi casi seguiamo la guida per le tastiere in palissandro (non laccate).
nel caso di tastiera in acero con sottilissimo strato di lucido parzialmente
asportato dall'usura (tipicamente Ibanez RG/JEM/PGM anni '80/'90) evitiamo di
passare l'acqua nelle zone "aperte", altrimenti essa penetra all'interno
e viene assorbita dal legno. quindi passiamo il microfibra inumidito
per staccare la cricca dallo strato trasparente, e passiamo un microfibra
asciutto per asportarlo. ora passiamo alla lucidatura dei tasti: copriamo la
zona del corpo adiacente la tastiera e i pickups con nastro di carta o fogli
di carta/cartoncino. ciò impedirà
al pulviscolo rilasciato dalla paglietta di acciaio di posarsi sul corpo
e di venire attratti dal magnetismo dei pickups e attaccarcisi. diventerebbe
una seccatura toglierli poi. a tal proposito condivido un trucchetto efficace
ed economico: all'interno del nostro batuffolo di lana d'acciaio infiliamo una
calamita. essa tratterrà il pulviscolo di acciaio all'interno del batuffolo,
impedendogli di volare ovunque, soprattutto all'interno del nostro apparato
respiratorio. in ogni caso mettiamoci una masherina, prendiamo due pezzetti
di nastro di carta, attacchiamoli ai lati del primo tasto, e con una paglietta
d'acciaio fine o extrafine lucidiamo il tasto, ovviamente seguendo il suo senso
(come in foto sopra). ripetiamo per tutti i tasti. puliamo con aspirapolvere
e togliamo le protezioni di nastro di carta sul resto della chitarra.
lucidare i tasti - un ultimo tocco di classe...
per chi poi volesse toccare le sublimi vette della perfezione, è interessante
l'uso di un lucidametalli, facilmente reperibile in ferramenta o al supermercato.
solitamente i lucidametalli si presentano in forma liquida leggermente densa
oppure sottoforma di cotone imbevuto in una sostanza leggerissimamente abrasiva,
che dona al metallo una luccicanza da vedere per credere.
lucidare i tasti non ha una funzione esclusivamente estetica, perché
più il tasto è lucido, più è liscio, e più
è liscio, più la corda scorre e scivola, dandoci una bellissima
sensazione durante i bending e il vibrato. l'uso è semplice: copriamo
con nastro di carta tutta la parte di tastiera adiacente il tasto che andiamo
a lucidare. ora prendiamo un panno, versiamoci un goccio di lucidametalli e strofiniamolo con decisione
e insistenza sul tasto, ovviamente in senso longitudinale, per una buona decina
di secondi. poi con un panno pulito puliamo gli eccessi... et voilà!
hardware
per una pulizia completa dell'hardware è necessario smontare completamente
ogni pezzo di "ferraglia", per ottenere libero accesso in ogni parte
di essi. lo sporco "serio" si insinua e penetra sotto e dentro le
varie parti di cui è costituito l'hardware, quindi non basta un semplice
colpo di panno o di spazzolino. è consigliabile effettuare l'operazione
di smontaggio all'interno di un contenitore o vassoio che impedisca lo smarrimento
delle parti. una volta smontate, le parti solitamente possono essere pulite
usando un panno inumidito con acqua non calcarea, con l'aiuto di uno spazzolino
da denti, cotton-fioc o attrezzi che possano aiutare il panno a rimuovere lo sporco dagli
angoli stretti. per lo sporco ostinato, quello che forma una patina appiccicosa,
unta e polverosa di colore giallastro (nata dall'unione di polvere con olio
o lubrificanti), io consiglio l'uso di un solvente noto nel mondo dell'hobbistica,
l'Avio:
l'Avio è un solvente dalle caratteristiche miracolose e molto ricercate per questo genere di lavori, in quanto riesce a staccare con molta facilità lo sporco ostinato e unto, senza in alcun modo ledere parti notoriamente incompatibili coi solventi, come plastica, gomma, vernici, nylon, teflon ecc. in pratica, deterge più dell'alcol ma si comporta con plastiche e vernici esattamente come fosse acqua. inoltre è facilmente reperibile presso ferramenta o supermercati per pochi euro. l'Avio si usa come l'acqua, cioè ne versiamo un po' su un panno e lo passiamo sulle parti fino a staccare lo sporco dalla superficie, che poi rimuoveremo con un altro panno pulito. non aspettiamoci di vedere lo sporco scomparire al semplice passaggio del panno, perché l'Avio serve solo a staccare lo sporco dalla superficie, non ad eliminarlo fisicamente. per rimuoverlo passiamo con un panno inumidito con acqua non calcarea.
corpo
il corpo è quasi sempre finito con vernici poliuretaniche o in poliestere
(poli), e a volte con vernici alla nitrocellulosa (nitro). senza entrare nel
nozionismo scientifico, possiamo dire che la principale differenza alla vista
e al tatto è che la poli è quasi plastica, impenetrabile e inintaccabile,
mentre la nitro è quasi gommosa, mai completamente asciutta, suscettibile
di tutto e di difficile manutenzione. ciò significa che la poli può
essere tranquillamente lavata con acqua senza la minima preoccupazione, la nitro
invece va curata. alla vista la poli si presenta sempre lucida (eccetto finiture
satinate), vetrosa, precisa, da lavorazione industriale. la nitro invece raramente
è lucida, se non da nuova. quasi sempre è opacizzata, come sporca
e appiccicosa, non ha un aspetto plasticoso/vetroso. per scoprire se la vernice
della nostra chitarra è poli o nitro, diamo un colpo di microfibra e
acqua su una zona opacizzata o sporca: se si lucida è poli, se rimane
opacizzata è nitro. ma prima di "lavare" il body, rimuoviamo
la mascherina o i rings (cornicette che reggono i pickups) e diamo un colpetto
di pennello o con l'aspirapolvere dentro: è incredibile la quantità
di polvere accumulata sotto i rings. ora diamo una pulita
con un panno inumidito anche sui bordi del corpo che verranno nascosti dalla mascherina
o dai rings. riavvitiamo mascherina o rings, e diamoci al lavaggio del body:
corpo in poliuretano/poliestere
come detto sopra, le vernici poliuretaniche o in poliestere sono praticamente
come la plastica. qui non avremo problemi di sorta nel lavare la superficie
con acqua, quindi procuriamoci almeno due panni in microfibra, uno che useremo
per bagnare, l'altro per asciugare. col panno per bagnare, usiamo acqua possibilmente
non calcarea (da bottiglia o distillata), versiamone un goccio sul panno e laviamo
il corpo. ora che lo sporco si è staccato dalla superficie, rimuoviamolo
e asciughiamo con un microfibra asciutto. fine.
corpo in nitrocellulosa
la vernice alla nitrocellulosa è ottima per traspirabilità (fa
uscire l'umidità dal legno, aiutandolo a stagionarsi), quanto pessima
per manutenzione. spesso, anzi sempre, la nitro si opacizza al contatto con
la pelle, e non basta passare un panno inumidito per farla tornare lucida. qui
si deve usare una crema abrasiva da carrozziere. non spaventiamoci, la nitro
è quasi la stessa vernice usata sulle automobili. possiamo trovarla in
ferramenta, cerchiamo la gradazione più fine possibile. io uso la Finesse
della 3M, se può interessare. ne versiamo una goccia su un batuffolo
di cotone e applichiamo in zone circolari sul corpo. insistiamo un minutino
poi puliamo con un batuffolo pulito. controluce dovremmo vedere una notevole
differenza con le aree circostanti, sia in brillantezza, che in lucentezza,
che in vivacità del colore. purtroppo però non durerà tanto...
materiali
- nafta
- acetone
- mascherina/guanti ecc
col termine "casi drammatici" si intendono quei casi in cui nemmeno l'Avio nè altri solventi riescono ad eliminare lo sporco. quei casi in cui lo sporco, l'ossido, la ruggine e quant'altro si accumulano in strati che per essere rimossi necessitano di sostanze più potenti. un metodo molto efficace è il bagno di nafta. la nafta è una soluzione oleosa che rimuove le incrostazioni di ossido, polvere e similari. quindi prendiamo un contenitore, versiamoci un po' di nafta e immergiamoci le parti interessate. lasciamo agire qualche decina di minuti, anche un'ora o più. poi estraiamo le parti, puliamo con un panno cercando di rimuovere più quantità possibile di nafta e sporco. la nafta ha un piccolo svantaggio: lascia una sottilissima patina unta e non gradevolissima all'olfatto. per eliminare questo inconveniente, facciamo fare alle parti un altro bagno, questa volta in acetone. il bagno deve essere effettuato in ambiente aperto o ben ventilato, in un contenitore di vetro o metallo (l'acetone scioglie) ed è d'obbligo l'uso di una mascherina. è bene fare tutto in tempi brevi. non serve tenere le parti in ammollo per ore, l'acetone agisce immediatamente. una sciacquata e via.
> ATTENZIONE <
- NON IMMERGIAMO MECCANICHE SIGILLATE, RONDELLE IN TEFLON E ALTRE PARTI IN PLASTICA NELL'ACETONE!!! -
> ATTENZIONE BIS <
- NON BUTTIAMO L'ACETONE USATO NEL LAVANDINO O NEL W.C., MA VERSIAMOLO DI NUOVO NEL SUO CONTENITORE -
- L'ACETONE PUO' SCIOGLIERE LE TUBAZIONI IN P.V.C. - EVITARE !!! -
una volta risciacquate le parti in acetone, asciughiamo e puliamo. le parti
ora dovrebbero essere tornate come nuove. i bagni di nafta e acetone sono da
utilizzarsi esclusivamente nei casi sopraccitati, non devono essere abitudini
quotidiane. perché ricordiamoci che meno è meglio :)
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